ACNE E LATTOSIO
L’acne può avere anche origine infiammatoria. In questo caso, studi hanno dimostrato, che un’alimentazione ricca in latte e derivati e/o in alimenti ad alto indice glicemico, porta l’aumento dell’infiammazione stessa.
Attenzione però che queste due categorie di alimenti non creano l’infiammazione, ma rischiano di mettersi in mezzo fra essa e la sua risoluzione. Questa premessa è fondamentale per capire perchè le linee guida non prevedono l’eliminazione di questi alimenti, ma limitazione e gestione delle porzioni.
Una dieta equilibrata, che parte dalla base della dieta Mediterranea, possiede delle linee guida che ci indicano anche e soprattutto la frequenza con cui mangiare degli alimenti. Difficilmente infatti ha senso parlare di eliminazione completa di alimenti o di categorie, ma molto spesso abbiamo abitudini e tradizioni che non coincidono con queste linee guida.
Se parliamo di latte e yogurt, grazie alle sue proprietà nutrizionali, dovremmo consumarne 1-2 porzioni al giorno, mentre per i derivati deliziosi del latte (i formaggi) consideriamo ideale la frequenza di 1-3 volte a settimana, pensando perlopiù a quelli freschi piuttosto che a quelli stagionati. Quindi, già solo da questo esempio, vediamo che una semplice dieta mediterranea, che non ha la pretesa di essere “antinfiammatoria”, possiede già una gestione delle porzioni tale da permetterci di non eccedere con quegli alimenti che sappiamo interagire negativamente nella guarigione da una infiammazione. Se a questo poi limitiamo o dimezziamo le porzioni sopra indicate, potremmo fare jackpot: non andremo a perderci quei nutrienti utili da latte e derivati, ma contemporaneamente limiteremo al minimo la loro interferenza pro infiammatoria.
Se vogliamo però tentare la via della sostituzione, magari anche solo per qualche settimana/mese, e provare ad aiutare maggiormente la guarigione, possiamo pensare di preferire il latte e yogurt di capra o pecora, perchè molto limitati nel contenuto di caseina.
Un errore molto comune invece è sostituire questi alimenti con bevande vegetali, come mandorla, avena, riso, nocciola, ecc.. Queste infatti hanno un elevato contenuto di zuccheri, non compensato da proteine e grassi buoni del latte.
E con questo ci agganciamo alla seconda grande categoria, quella degli alimenti ad alto indice glicemico. La teoria di base però rimane la stessa: non siamo di fronte a degli alimenti che creano l’infiammazione, ma potrebbero intralciarne la guarigione. Per questa e soprattutto per altre ragioni legate a metabolismo ed equilibrio interno, le linee guida già ci indicano che il consumo di questi alimenti dovrebbe essere saltuario e sicuramente non giornaliero.
Di quali alimenti o categorie stiamo parlando? Parliamo di dolci, di alcolici, di bevande aggiunte di zucchero, aspartame o qualsiasi altra sostanza che rende dolce una bevanda (quindi anche quelle con indicazione “zero zuccheri”). Ma se ci facciamo caso, questi sono alimenti che già si trovano nella punta più alta della nostra piramide alimentare della dieta Mediterranea, ovvero sono già considerati come alimenti da consumare il meno frequentemente possibile.
Se volessimo una “prescrizione” possiamo pensare, in associazione ad una corretta terapia farmacologica/cosmetica, di limitare il consumo di latte e latticini (yogurt, formaggio), di alimenti aggiunti di sale o conservati con esso, bevande zuccherine, bevande alcoliche, dolci e alimenti aggiunti di zucchero.
Ma nella pratica la morale della favola è: se seguiamo le linee guida di una sana, corretta ed equilibrata alimentazione, siamo già di fronte al massimo potenziale antinfiammatorio che gli alimenti ci offrono!